giovedì 27 marzo 2014

Presentazione presente e propositi futuri

Bene, proviamo ad imboccare una nuova via. Ricominciamo d'accapo.
Chiedo scusa già da ora ai miei amici che vedranno questo post un po' di tempo dopo la sua pubblicazione. Il fatto è che vorrei proprio iniziare con un piglio nuovo, rispetto al vecchio blog, e per far questo mi serve tempo per sperimentare un po', senza che alcuno che mi conosca valuti, anche se sicuramente benevolmente, ciò che scrivo di volta in volta, indirizzandone così nel mio inconscio il suo svilupparsi.
Cerco di rendere più chiaro il mio pensiero... se scrivessi un post e subito, chi mi conosce, con l'intento di sostenermi e darmi forza, mi commentasse con frasi d'incitamento, sicuramente sincere, contribuirebbe a dare immediatamente una direzione alla marea di idee e dubbi che al momento confondono i miei intenti.
Beh, questo sarebbe un bene, no? Si... da un certo punto di vista lo sarebbe sicuramente.
Ma il fatto è che vorrei, al contrario, che tale nebbia cerebrale si dipanasse da sola, senza influenze esterne, seppur benevole. Vorrei riuscire a mettere in atto uno scrivere che desse soddisfazione a me in primis e che questo piacere di scrivere fosse quindi indipendente dai riscontri avuti. Perché questo avvenga, allora, devo scendere forse di un gradino rispetto al passato e non vedere più il blog come qualcosa che nasce per essere per forza condiviso con un lettore.
Dev'essere uno spazio che nasce e si forma attorno a me e ai miei pensieri e che, passatemi il gergo, un po' se ne frega di piacere o non piacere agli altri.
Può sembrare un intento esclusivamente edonistico, questo. Si, beh, un po' lo è, inutile negarlo. Ma il fatto è che da quando ho nella pratica chiuso il vecchio blog, più di un anno fa, ho iniziato a provare verso di esso due sensazioni forti e contrastanti.
La prima era il ricordo forte dello smago degli ultimi tempi. Gli ultimi post scritti sono stati veri e propri parti podalici. Di una fatica stupida e invincibile. Sviluppati sul filo di un'ansia incomprensibile. Negatività nate proprio dall'affidamento al gradimento altrui che puntualmente non avveniva... o meglio nessuno nemmeno non gradiva: nessuno scriveva mai nulla in risposta a ciò che scrivevo. E per come avevo pensato e progettato quel blog, questa mancanza di ogni feedback è stata alla fine devastante per la mia vena scrittoria.
La seconda, opposta, era la sensazione che quello scrivere comunque mi mancava. Io ho sempre scritto. La trovo una valvola di sfogo fortissima e, in fondo, mi da piacere farlo.
Quando poi capita che un mio scritto riesca particolarmente bene, mi da pure un gran piacere rileggerlo. Una specie di masturbazione egoica, già. Ma il fatto è che gli scritti che sono riusciti meglio sono stati proprio quelli più spontanei, nati di getto, prendenti forma da un impulso completamente mio, interno.
I peggiori sono stati invece quelli scritti per...
  • perché questo argomento potrebbe interessare
  • perché questo argomento va trattato da qualcuno
  • perché questo argomento potrebbe essere utile
...perché lo scrivo per qualcuno che potrebbe leggerlo.
Dopo molto pensare a tutte queste cose, è nata una consapevolezza: se era davvero mia intenzione avere un blog, dovevo ripensare completamente la mia posizione rispetto ad esso, ma soprattutto rispetto ai possibili lettori. Perché solo in questo modo il poco che ho probabilmente da dare e da dire può toccare il suo modesto apice. Non c'è altra via.
E che senso avrebbe, del resto, pubblicare in internet la parte più mediocre della mia mediocrità? Nessuno, direi. Già che quello che potrei pubblicare non sarebbe comunque 'sto granché, tanto vale cercare la via giusta per pubblicare almeno il meglio di "non 'sto granché".

Beh, direi che come primo post è abbastanza lagnoso e noioso. Può decisamente andare, si.