mercoledì 29 ottobre 2014

Mica che divento cattolico...

Però 'sto Papa, non so se per scelta di "marketing" o perché ci crede veramente, ma sta cominciando a dire qualcosa di veramente rivoluzionario per la Chiesa.
  • Chi siamo noi per giudicare?
  • Si alle unioni civili anche omosessuali
  • La Chiesa deve essere povera (questa la voglio vedere...)
  • Sono comunista come lo è il Vangelo (questa è di oggi)
In fin dei conti, che sia per marketing o per credo personale, poco importa da un punto di vista meramente razionale. La Chiesa è e sarà ancora per molti anni una lobby d'opinione fortissima in Italia e se il capo di questa istituzione così potente porta aiuto alle lotte per i diritti civili, beh, ben venga no?
Ma non mi faccio abbindolare. Si sa che il vero potere ecclesiale non sta tutto nelle mani del Pontefice. Ci sono i Cardinali. Che contano, eccome se contano.
La rinuncia di Benedetto XVI, sostituito da un Papa così diverso nelle opinioni, nel modo di esprimersi e di comportarsi. Persino di vestirsi. Sono i Cardinali che l'hanno scelto del resto, no? Quindi ci sarà stata anche la volontà di cambiare la strategia comunicativa dell'istituzione tutta, giusto? Perché non restino equivoci: strategia di comunicazione = marketing.
Ma torno al punto di partenza, fosse anche per marketing ben venga che la Chiesa cominci ad appoggiare certe battaglie e certe idee. Di certo, visto il potere d'influenza che ha sulla grande mole di persone che cattoliche sono, non può che aiutare.

Ah, tra parentesi, che il Vangelo (inteso come quello che viene identificato dalla CEI come il vangelo ufficiale) fosse di stampo social-comunista io e il mio amico Paolo lo sosteniamo dal lontato 1999. Non cominciamo a fregare, eh.

giovedì 23 ottobre 2014

That's life... (?)

Una volta, parlando di tutt'altro, scrissi in un inciso che la vita non è né bella né brutta, semplicemente ha delle regole entro cui devi stare e che se sai sfruttare poi in genere ne vieni ripagato. Magari non nel modo che ti aspetti o con la "valuta" che ti aspetti, ma in genere ne vieni ripagato.
Già ma, aggiungo ora, forse c'è anche da dire che la sensazione di appagamento può essere soggettiva. Cioé... magari in qualche modo vengo effettivamente ripagato per le mie azioni, ma quel modo chi l'ha detto che sia per me sufficientemente soddisfacente? Mettiamo che io abbia un estremo bisogno di soldi, tanto per fare l'esempio più terra terra, ma il mio modo di comportarmi mi premierà, anziché con la pecunia, con il calore delle gente che mi circonda... sarà sufficiente tale ricompensa a colmare le lacune lasciate dalla mancanza del vil denaro che invece tanto m'abbisognerebbe? La risposta (almeno per me) potrebbe essere "si", se il denaro mi servisse solo per comprare la macchina figa o un nuovo aggeggio tecnologico o permettermi di vivere in una casa con i doppi vetri in tutte le finestre. Ma se quei soldi invece mi abbisognassero per sfamare la mia famiglia? Per conservare un tetto sulla testa? Per permettere alla prole di non sentirsi dissimile da tutti gli altri bambini che incontrerà nei vari contesti tipici dell'infazia (asilo, scuola... & Co.)? Potrei lo stesso sentirmi appagato?
E se all'improvviso tale necessità diventasse definitivamente pressante, da un giorno all'altro, senza preavviso, senza orizzonti? Sarebbe ancora possibile filosofeggiare sui vari modi in cui l'esistenza può ripagarti?
Come si può vedere in questo post ci sono un sacco di domande. Perché non ho risposte. E' un modo per esternarle. Le domande. Chissà che dai che ti ridai qualche risposta non ne venga fuori.