giovedì 23 ottobre 2014

That's life... (?)

Una volta, parlando di tutt'altro, scrissi in un inciso che la vita non è né bella né brutta, semplicemente ha delle regole entro cui devi stare e che se sai sfruttare poi in genere ne vieni ripagato. Magari non nel modo che ti aspetti o con la "valuta" che ti aspetti, ma in genere ne vieni ripagato.
Già ma, aggiungo ora, forse c'è anche da dire che la sensazione di appagamento può essere soggettiva. Cioé... magari in qualche modo vengo effettivamente ripagato per le mie azioni, ma quel modo chi l'ha detto che sia per me sufficientemente soddisfacente? Mettiamo che io abbia un estremo bisogno di soldi, tanto per fare l'esempio più terra terra, ma il mio modo di comportarmi mi premierà, anziché con la pecunia, con il calore delle gente che mi circonda... sarà sufficiente tale ricompensa a colmare le lacune lasciate dalla mancanza del vil denaro che invece tanto m'abbisognerebbe? La risposta (almeno per me) potrebbe essere "si", se il denaro mi servisse solo per comprare la macchina figa o un nuovo aggeggio tecnologico o permettermi di vivere in una casa con i doppi vetri in tutte le finestre. Ma se quei soldi invece mi abbisognassero per sfamare la mia famiglia? Per conservare un tetto sulla testa? Per permettere alla prole di non sentirsi dissimile da tutti gli altri bambini che incontrerà nei vari contesti tipici dell'infazia (asilo, scuola... & Co.)? Potrei lo stesso sentirmi appagato?
E se all'improvviso tale necessità diventasse definitivamente pressante, da un giorno all'altro, senza preavviso, senza orizzonti? Sarebbe ancora possibile filosofeggiare sui vari modi in cui l'esistenza può ripagarti?
Come si può vedere in questo post ci sono un sacco di domande. Perché non ho risposte. E' un modo per esternarle. Le domande. Chissà che dai che ti ridai qualche risposta non ne venga fuori.

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