mercoledì 25 febbraio 2015

Non ci sono più le mezze stagioni

Uno dei più classici luoghi comuni. Sentito ripetere migliaia di volte, anche se per la verità sensibilmente meno da un decennio a questa parte.
Seppur luogo comune, però, probabilmente non del tutto falso. Perché in effetti molto spesso primavera ed autunno finivano per durare un mesetto neanche, per far poi subito spazio alla stagione successiva, più stabile e duratura. Così estate ed inverno si poteva dire, senza cadere nemmeno poi tanto nella faciloneria, che si fossero dilatate a vantaggio delle due mezze stagioni. Questo almeno fino a... si, appunto, un decennio fa. Su per giù.
Perché in effetti, se ad oggi volessimo utilizzare un luogo comune più appropriato, vedremmo la sitazione completamente ribaltata e verrebbe a questo punto quasi da dire che ci sono solo le mezze stagioni, fatta eccezione per il 2012.
Nel 2012 abbiamo avuto infatti un inverno freddissimo (nevone, temperatura a -10/-12 sulla riviera romagnola e la nascita di una parola fino ad allora completamente sconosciuta il blizzard: vento molto freddo e molto forte che spirava da est e che batteva continuamente le città costiere) e un'estate caldissima, con temperature sahariane in Luglio che arrivarono a segnare "robe" come i 38°C alle otto di sera.
Poi inverno ed estate del 2013, del 2014 e, per adesso, inverno del 2015, tiepidi e miti. Quasi, per l'appunto, prolungamenti del'autunno appena trascorso che sfociavano direttamente nella primavera e, con il proseguire dell'anno, della primavera quasi direttamente nell'autunno.
L'estate dell'anno scorso, poi, è stata davvero esemplare come inconsuetudine ed impalpabilità. Credo che il termometro abbia raggiunto i 30°C solo in un paio di occasioni, rimanendone invece per la maggior parte della stagione ben al di sotto. Il tutto è poi anche stato accompagnato da piogge talmente abbondanti da far dire per la prima volta, da che io sono al mondo, che in estate c'è stata un'emergenza piovosità, anziché siccità.
Prova ne è stato il danno provocato alle colture, in particolar modo l'ulivo (con un proliferare della mosca olearia mai registrato nella storia che ha dimezzato il raccolto in tutta la penisola) e della vite, e a settori strettamente legati col clima e con l'agroalimentare come l'apicoltura e la conseguente produzione di miele, e persino la produzione di sale nelle Saline di Cervia (il SalFiore "Sale dei Papi" non è più disponibile dal 2013-2014).
Si sperava in un riacutizzarsi delle stagioni centrali con l'inverno di quest'anno e invece le previsioni sono state ampiamente deluse. Doveva essere generale inverno e invece è stato forse nemmeno caporale.
Temperature sempre sopra lo 0°C e nemmeno un filo di neve. So che in altre città ha nevicato, ma vorrei precisare che non è poi così consueto sulla costa romagnola vedere inverni senza neve e con temperature così miti. Considerate che quando una perturbazione viene dalla Siberia (come avvenne nel 2012 in maniera addirittura esagerata) noi siamo in prima linea, siamo il primo fronte perturbato. Si, non è il Sestriere, ma i classici -2/-3 di media per le minime di dicembre-gennaio da noi erano la normalità. Da tre anni invece non si scende più sotto i +5/+7 (sempre di media).
Ora, non so, probabilmente anche questa sarà solo una parentesi e presto cambierà nuovamente, ma dubito si tornerà alla normalità. Credo che queste alterazioni continueranno e temo peggioreranno, mutando lentamente (ma neanche tanto) il clima da temperato a sub tropicale. I presupposti, del resto, incarnati da medie annuali sensibilmente più alte, ma da picchi più livellati, direi che ci sono tutti.
La vedo nera, insomma, ma... va', toh, per scaramanzia quest'anno monto i condizionatori in casa. Ma solo per scaramanzia, eh.

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